Nando Misuraca è un cantautore giornalista e produttore discografico che ha per vocazione l’impegno sociale e civile.
La canzone Anime bianche segue il singolo Mehari Verde, dedicato al giornalista Giancarlo Siani e presentato al “Premio Elsa Morante” all’Auditorium Rai. Entrambe le canzoni saranno inserite nell’album Inconsapevoli eroi di prossima uscita.
Nando ha realizzato il videoclip di Anime bianche diretto dal film-maker Claudio D’Avascio e vede la partecipazione dell’attrice Valeria Frallicciardi e degli esordienti Luigi ed Antimo Segreto.
Bruno Misuraca, geometra, 53 anni, moglie e due figli, morto in una voragine a Napoli nel ’99, dopo vent’anni ancora senza giustizia. Era mio padre.
Sfortunato protagonista è il padre di Nando Misuraca, Bruno, deceduto sul lavoro il 5 maggio del 1999 nel crollo di un cortile nello storico quartiere Materdei a Napoli. Una morte che ancora chiede giustizia.
Il musicista napoletano dedica a lui ed a tutti i caduti sul lavoro il suo nuovo singolo intitolato Anime bianche. Il videoclip della canzone è stato realizzato dall’etichetta indipendente Suono Libero Music con il contributo della CGIL Fillea ed ha superato le 100.000 visualizzazioni su Youtube. L’opera è stata presentata a Roma presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, martedì 19 febbraio 2019.
Misuraca a dicembre scorso durante il XIX Convegno Nazionale della Federazione Italiana dei Lavoratori del Legno, dell’Edilizia, delle industrie Affini ed estrattive è stato accolto con una standing ovation dei delegati e dei rappresentati delle massime cariche sindacali nazionali.
E’ lo stesso Misuraca a spiegare la mission di quest’operazione:
«Voglio raccontare la storia di mio padre per ricordare tutte le morti bianche rimaste per troppo tempo nell’ombra. Ogni anno in Italia sono circa 150 le vittime sui cantieri e con loro, ad essere stravolte, sono le vite delle loro famiglie , esattamente come è successo alla mia. Uno tsunami che ti cambia la vita per sempre».
La storia di Bruno Misuraca
Una vicenda drammatica quella del geometra Bruno Misuraca, che tenne incollati gli italiani ai teleschermi per tre lunghissimi giorni fino a quando, dopo l’intervento dei mezzi pesanti, solo grazie ai cani labrador fu individuato il suo corpo senza vita, Era stato inghiottito in una cavità di circa 30 metri apertasi sotto i suoi piedi dal cortile di uno stabile a cui non erano state fatte le dovute bonifiche del sottosuolo, reso friabile dalle continue piogge di quei giorni.
Tre furono i condannati: la ditta Leime nella persona del titolare Vincenzo Migliore, l’Architetto Luigi Russo (direttore dei lavori) ed il ragioniere Paolo Sansone (amministratore del condominio di Vico Santa Maria della Purità numero 44).
Per loro, condanna di un anno e mezzo di reclusione ed una provvisionale di 100 mila euro mai corrisposta ai familiari, grazie ad un incredibile reticolo di “scatole cinesi” abilmente tessuto dalla ditta e per la fittizia nullatenenza degli altri due condannati, condito con la solita burocrazia, tutta italiana, fatta di rinvii ed attese lunghissime.
Misuraca racconta: “abbiamo speso oltre 50 mila euro per ottenere giustizia per mio padre e, ad oggi, nonostante le condanne non abbiamo ricevuto nessun risarcimento. Ma non è l’aspetto economico l’elemento più assurdo e grottesco della sua storia, purtroppo comune a tanti altri caduti sul lavoro. E’ la totale assenza dello Stato, delle Istituzioni. Dopo le prime dichiarazioni di circostanza e le promesse fatte “a caldo”, segue inevitabilmente l’oblio, l’indifferenza e l’abbandono a se stessi.I caduti sul lavoro sembrano morti di serie B, rispetto ad altre vittime come quelle delle vittime di mafia o dei militari (che sono un po’ più tutelate), a cui va ovviamente la mia forte vicinanza, ma bisogna ricordare che anche le vittime del lavoro hanno figli, mogli, fratelli, la cui vita cambia per sempre e che rimangono totalmente abbandonati a se stessi”.
“Mio padre è stato, suo malgrado, un eroe inconsapevole della società civile. Grazie al suo sacrificio si è evitata una tragedia che avrebbe coinvolto tutte le famiglie del palazzo, che era totalmente a rischio. Era un uomo buono, leale ed amato da tutti. Lo chiamavano “il sindacalista” perché , da geometra capocantiere, si batteva per i diritti dei suoi operai, dai semplici caschi alle cinture di sicurezza. La vita è tristemente bizzarra e ce lo ha tolto così, per una cosa per cui si era sempre battuto. Un esempio di rettitudine, con un alto senso del dovere, ma soprattutto un papà pieno d’amore. Nessuno dovrebbe morire per “portare il pane a casa”. Le “morti bianche” sono un problema molto serio su cui lo Stato italiano deve concentrarsi e fare chiarezza, punendo duramente i colpevoli, ma soprattutto garantendo alle famiglie dei caduti sul lavoro, un sostegno ed una vicinanza reale per un futuro migliore”.
Il silenzio assordante delle Istituzioni e l’abbandono a cui sono destinate le famiglie dei caduti sul non sono degni di un paese civile.
Info: https://www.facebook.com/nando.misuraca/
Articolo originale: https://www.blogdellamusica.eu/nando-misuraca-cantautore-biografia/
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